MANOVRA, VIA LIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Il Consiglio dei ministri  ha dato il via libera al Documento programmatico di bilancio (Dpb), ovvero l’architrave di quella che sarà la manovra finanziaria per il 2024 che dovrebbe ammontare a 27,2-27,3 miliardi. Lo si evince dagli interventi indicati dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che per le coperture della legge di bilancio ha indicato – oltre ai 15,7 miliardi di extra-deficit autorizzati dal Parlamento – si sono reperiti 5 miliardi da tagli  di bilancio, 2,5-2,6 di rimodulazioni spese anticipate al 2023 e 4 dal fondo per la riduzione fiscale. Entrando ulteriormente nel dettaglio il ministro ha spiegato che 10 miliardi sono stati destinati alla conferma del taglio del cuneo, 4,5 all’accorpamento delle aliquote Irpef, 5 al rinnovo dei contratti della Pa e altre risorse per la guerra in Ucraina e il rifinanziamento delle missioni all’estero (1,2 miliardi circa); c’è poi il rifinanziamento degli sgravi su fringe e premi di produttività.

Confcommercio ha partecipato il 13 ottobre scorso, insieme alle altre rappresentanze sindacali e datoriali, all’incontro con il governo a Palazzo Chigi per l’esposizione del disegno di legge di bilancio 2024 in vista del varo della manovra in Consiglio dei ministri. “Come Confcommercio – ha detto Lino Enrico Stoppani, vice presidente vicario – facciamo innanzitutto nostri i richiami degli organismi internazionali e del Governo al senso di sobrietà, prudenza e responsabilità nelle politiche di bilancio che l’attuale momento impone. Detto questo, apprezziamo la conferma del taglio del cuneo contributivo per i redditi più bassi e l’attuazione della prima parte della riforma fiscale con la riformulazione delle aliquote Irpef. Ma è chiaro che sono necessari ulteriori interventi e investimenti, in particolare sui temi del lavoro, del fisco e del credito, anche per favorire una maggiore crescita del Paese”. “Ci auguriamo pertanto – ha proseguito Stoppani – che proseguano gli interventi di riforma del sistema fiscale con ulteriori misure di riduzione del carico impositivo, di contrasto all’evasione, di semplificazione degli adempimenti e con l’introduzione del concordato preventivo biennale e dell’IRI per gli utili reinvestiti in azienda. In materia di lavoro auspichiamo interventi di detassazione degli aumenti derivanti dai rinnovi nazionali dei contratti collettivi, una valorizzazione e incentivazione del welfare privato sui temi della previdenza e della sanità integrativa favorendo una maggiore integrazione tra sistema pubblico e sistema privato, un adeguamento strutturale della soglia di esenzione dei fringe benefits e, in materia di ammortizzatori sociali, un giusto equilibrio tra contribuzione e prestazioni effettive perché il nuovo regime ha portato ad un aumento dei costi soprattutto per le imprese del terziario di mercato”.